Dal prossimo 6 aprile, se un tassista del Regno Unito non farà salire a bordo del proprio veicolo un utente in carrozzina, rischierà una multa particolarmente salata (fino a 1.000 sterline) e persino il ritiro della licenza. Si tratta di una nuova norma particolarmente voluta e portata a compimento dal ministro inglese dei Trasporti Andrew Jones, con l’obiettivo di “costruire un Paese che possa funzionare per tutti”.
E in Italia? In Italia non c’è alcun tipo di tutela da questo punto di vista, anzi, il trasporto cittadino diventa sempre più complicato anche per i normodotati: le recenti proteste dei tassisti nelle grandi città italiane contro la liberalizzazione del loro settore non hanno aiutato di certo i consumatori, e tanto meno si sono interessate a quelle che dovrebbero essere altre battaglie sacrosante come il diritto alla mobilità dei normodotati e dei diversamente abili. Il controllo della situazione quindi è demandato alle singole città che possono intervenire con delibere che hanno valenza naturalmente sul solo suolo cittadino.
Con il provvedimento preso dal governo inglese, torna così in auge il tema dell’accessibilità delle città. Un’accessibilità che in Italia è sempre stata vista come un tema ancora tutto da affrontare, visto e considerato che nella maggior parte dei casi le nostre città non riescono ad essere cucite su misura di disabile.
Qualche esempio? Le nuove tecnologie sono ancora sotto sfruttate rispetto a quello che sarebbe il loro potenziale, gli spazi pubblici spesso e volentieri tendono ad escludere dall’accesso coloro i quali sono in carrozzina, e anche strutture e servizi pubblici sono spesso ricchi di barriere architettoniche che di fatto limitano il concetto di accessibilità. E poi c’è il trasporto, con autobus, treni e altri mezzi pubblico/privati che non sono dotati di pedane e di quegli strumenti volti a garantire la mobilità dei soggetti che non possono spostarsi autonomamente.