Collocamento mirato: come funziona e quali opportunità offre

Le normative italiane prevedono delle agevolazioni per i disabili che desiderano accedere al mondo del lavoro. In particolare tali agevolazioni riguardano sia l’accesso a specifiche liste di collocamento, sia sussidi per le aziende che intendono abbattere le barriere architettoniche al loro interno per consentire ai disabili di accedere alla sede lavorativa o di utilizzare gli strumenti di lavoro. Il collocamento mirato è un servizio dedicato sia ai disabili sia ad alcune categorie di persone che necessitano di essere tutelate dallo stato.

Collocamento mirato e categorie protette

Il collocamento mirato riguarda offerte di lavoro rivolte esclusivamente a soggetti che fanno parte delle cosiddette categorie protette. Il disabile che intende approfittare di questo genere di proposte lavorative ha l’obbligo di iscriversi alle liste del collocamento mirato della zona in cui intende lavorare. Per farlo è necessario rivolgersi al Centro per l’Impiego della zona che interessa, che in genere è anche quella di residenza. Il disabile dovrà portare con sé un documento di identità, il certificato di invalidità e il verbale con cui una commissione medica valuta le capacità lavorative residue possedute dal singolo soggetto.

Le liste di collocamento mirato sono rivolte ai soli disoccupati, quindi per potervi accedere è necessario anche essere disoccupati e dichiarare al Centro per l’Impiego la propria disponibilità a lavorare. L’età minima per accedere al collocamento mirato è di 16 anni e ovviamente tali opportunità lavorative non sono rivolte ai soggetti in età pensionabile.

Quali sono le categorie protette

La legge n°68 del 1999, dedicata al collocamento dei disabili, specifica caso per caso quali siano i soggetti che rientrano nelle categorie protette. Per quanto riguarda nello specifico i disabili, fanno parte delle categorie protette coloro che:

  • hanno una minorazione fisica, psichica o sensoriale con una riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 45%, oltre che coloro che presentano un handicap intellettivo simile, in tutti i casi in cui sia stata riconosciuta l’invalidità civile;
  • Che hanno una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità o difetti fisici e mentali dichiarati permanenti;
  • Con un’invalidità da lavoro superiore al 33%;
  • Non vedenti, che abbiano un residuo visivo non superiore a un decimo da entrambi gli occhi;
  • Sordomuti, quindi sordi dalla nascita o la cui sordità si è sviluppata durante l’età evolutiva;
  • Che sono invalidi di guerra e per servizio che presentano minorazioni inserite nell’ottava categoria secondo quanto specificato nel testo unico delle pensioni di guerra.

Rientrano poi nelle categorie protette anche soggetti non disabili, o comunque non necessariamente. Che prestano però caratteristiche che le rendono particolarmente fragili, quali ad esempio gli orfani e i coniugi di soggetti deceduti per cause connesse al lavoro o in caso di guerra, così come i figli e i coniugi di coloro che hanno un’invalidità al 100%. Anche soggetti familiari di vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e i profughi italiani rimpatriati fanno parte delle categorie protette che possono accedere al collocamento mirato.

In cosa consiste il collocamento mirato

In sostanza si tratta di una lista di posti di lavoro cui è possibile accedere solo se si fa parte delle categorie protette sopra esposte. Il disabile, o i soggetti fragili di altre categorie, hanno così un’opportunità in più per poter trovare lavoro con maggiore facilità. Resta fermo il fatto che volendo si può cercare lavoro anche attraverso altre modalità, purché la mansione scelta si confaccia alle abilità del singolo. Quindi il disabile può rispondere a un’offerta lavorativa che si potrebbe definire convenzionale, così come a quelle del collocamento mirato. I Centri per l’Impiego si impegnano a verificare che i datori di lavoro che propongono posizioni adatte a chi fa parte delle liste di collocamento mirato rispettino alcune linee guida, in modo che il lavoratore fragile trovi un ambiente adatto alla sua attività quotidiana. Anche le Agenzie per il lavoro propongono posizioni per chi appartiene alle categorie protette, così come sono disponibili concorsi dedicati ad alcune specifiche categorie.

Le aziende e il collocamento mirato

Non può esistere il concetto di collocamento mirato senza la collaborazione dei Centri per l’Impiego con le aziende. Le norme oggi vigenti obbligano alcune tipologie di imprese ad assumere alcuni soggetti appartenenti alle categorie protette. Questo collocamento obbligatorio tratta in modo separato i disabili e coloro che fanno parte delle categorie protette senza presentare alcun genere di disabilità. In particolare le aziende con almeno 15 dipendenti hanno l’obbligo di assumere almeno un lavoratore con disabilità; se i dipendenti sono tra i 15 e i 35 l’obbligo sale a due lavoratori; nelle imprese con più di 35 dipendenti l’obbligo porta ad assumere almeno il 7% del personale tra soggetti con disabilità.
Le aziende tra 51 e 150 dipendenti hanno l’obbligo di assumere almeno un lavoratore appartenente alle categorie protette non disabile, l’obbligo aumenta all’1% dei dipendenti nel caso di aziende con più di 150 dipendenti. L’assunzione di soggetti appartenenti alle categorie protette permette all’azienda di godere di specifiche agevolazioni, volte a incentivare tale azione.

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