Supporto psicologico per disabili: come la terapia può aiutare

Supporto psicologico per disabili, di cosa si tratta? Nel corso del tempo la definizione di disabilità ha subito diversi cambiamenti, in particolare nei primi anni duemila. È proprio all’inizio del duemila, infatti, che si ha un mutamento significativo con una visione di inclusione volta a favorire, finalmente, un’integrazione maggiore e concreta delle persone con disabilità in contesti quotidiani, quali: scuola, lavoro, socialità, contesti che oggi appaiono quasi “banali” e scontati, ma che di fatto, purtroppo non lo erano.

Questo filone fatto di mutamenti positivi ha messo in luce l’importanza di un ambiente e di una rete sociale solidi, ponendo l’attenzione su quanto questi elementi, uniti ad una terapia psicologica, possano essere di grande aiuto nel supportare e potenziare le risorse.

supporto psicologico per disabili

Risorse che occorrono al fine di promuovere e garantire una progettualità atta a ridurre, sempre maggiormente, le ancora troppo numerose barriere fisiche e non, che ostacolano il normale andamento del vivere quotidiano.

Mentre in passato la disabilità veniva definita come qualsiasi limitazione della capacità di agire, naturale ed ovvia conseguenza di uno stato di minorazione e menomazione, oggi, la disabilità può essere definita come la condizione di chi, a seguito di una o più lesioni strutturali e/o funzionali presenta una ridotta capacità di interazione con l’ambiente sociale rispetto a quanto viene considerato nella norma. E per queste ragioni, presenta un’autonomia ridotta nello svolgimento delle attività quotidiane trovandosi, spesso, in svantaggio nel prendere parte alla vita sociale.

La terapia per la disabilità

Con l’introduzione dell’ICF (Internetional Classification of Functioning, ovvero: Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) si introduce un “nuovo” concetto di disabilità non più riconducibile in modo esclusivo al modello biomedico (che vede la stessa come handicap), ma facendo riferimento ad un modello biopsicosociale che attribuisce il risultato sia della malattia che della salute alla complessa, intricata e variabile interazione di fattori biologici, psicologici e sociali.

È proprio nell’ottica di questo passaggio estremamente significativo che l’utilità della terapia psicologica, rivolta non solo alle persone con disabilità ma anche ai loro caregivers acquista un valore ‘necessario’. Vediamo perché.

Innanzitutto, un percorso psicologico o psicoterapeutico può essere fondamentale per aumentare e, in alcuni casi, ritrovare il proprio benessere psico-fisico (questo a prescindere da una condizione di disabilità o meno). Nello specifico, ad esempio, riuscire a sviluppare o a potenziare le proprie abilità sociali aiuta a creare una rete sociale ben salda, stabile e di supporto, favorendo legami relazionali e amicali che aiuteranno la persona a non sentirsi isolata o esclusa.

Già questa sola differenza che può sembrare minima, in realtà, è di essenziale importanza per accorciare un divario che è tutt’ora presente e su cui c’è ancora tanto lavoro da fare. Attraverso la terapia psicologica, inoltre, si favorisce lo sviluppo dell’autonomia, espressione di crescita fondamentale per ognuno di noi.

Per chi convive con una forma di disabilità riuscire a trovare o a ricostruire la propria indipendenza rappresenta una sfida e una conquista continua che cambia quotidianamente in un delicato equilibrio fatto da punti di forza e debolezze: conoscersi e prendere consapevolezza delle proprie capacità, delle proprie risorse e non solo dei propri limiti è uno degli obiettivi più importanti della terapia psicologica.

La possibilità di muoversi in uno spazio clinico è sicuramente molto utile anche per elaborare il vissuto e il piano emotivo che la disabilità porta con sé. Solo in questo modo sarà possibile dare un nuovo significato alla propria persona e nuova voce al proprio potenziale inespresso.

Naturalmente, proprio come ogni individuo è una storia a sé stante e porta la propria unicità, così la disabilità ha moltissime facce, sfumature e sfaccettature da tenere in considerazione: motivo per il quale non può esistere una formula univoca che vada bene per tutto; né è possibile pensare di poter considerare la disabilità senza prenderne in esame le molteplici differenze.

Esistono diverse tipologie di disabilità con rispettivi differenti livelli di gravità e ognuna di queste richiede un percorso specifico ‘unico’.

Le disabilità possono essere classificate in quattro famiglie:

  • Motoria
  • Sensoriale
  • Intellettiva
  • Psichica

In ognuna di queste categorie vanno considerate anche le variabili ambientali e sociali. È molto importante, inoltre, non dimenticare che nell’arco della vita di una persona la disabilità può mutare e presentarsi in modi e forme diverse.

Può essere transitoria, permanente, sensoriale, cognitiva, psichica ecc. ed è essenziale, pertanto, che nel riabilitare, sostenere e trattare la medesima vi sia un’accortezza, una sensibilità ed un’attenzione nel formulare e mettere in atto interventi specifici rivolti proprio alla persona e non alla sua disabilità.

Percorso di supporto psicologico per  familiari e caregiver

Un percorso psicologico o anche di sostegno può essere decisamente utile anche a coloro che si occupano di una persona disabile. La terapia aiuta, infatti, nella gestione delle emozioni, spesso inevitabilmente, contrastanti che si possono provare e sperimentare nel momento in cui ci si occupa quotidianamente di una persona che richiede bisogni e attenzioni speciali.

Può essere molto difficile, infatti, riuscire a trovare un equilibrio fra i propri bisogni e quelli degli altri, e il senso di oppressione che ne segue, contornato da ansia, tristezza, rabbia e frustrazione diventa inesorabile. Dare spazio alle proprie emozioni e ai propri sentimenti seguendo un percorso di terapia può solo condizionare positivamente il rapporto di cura promuovendo il benessere psico-fisico da ambo le parti.

In conclusione: la terapia psicologia rappresenta uno strumento non solo per imparare ad affrontare i propri limiti, ma anche per conoscere davvero le proprie risorse e capacità, per raccontarsi e per costruire significati nuovi fatti di nuove prospettive e punti di vista che, magari, mai si sarebbe pensato di prendere in considerazione. La terapia è senza dubbio un’opportunità per portare alla luce la migliore versione di sé stessi.

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