Disabili in casa famiglia anche dopo i 18 anni: il Lazio volta pagina

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Alessia non sarà più costretta a lasciare la “Casa di Chala e Andrea” una volta compiuta la maggiore età. E’ stata abbandonata all’ospedale Bambino Gesù di Roma quando era appena nata e con ogni probabilità è stata lasciata sola dai genitori proprio per via della sua disabilità. Alessia, di origini orientali e oggi 17enne, soffre infatti di un ritardo cognitivo grave, è tracheostomatizzata e si nutre con la peg. Oggi vive in una casa famiglia di Roma gestita da una cooperativa sociale e, cosa molto importante, finalmente non dovrà temere di dover dire addio a questa sistemazione.

Nel Lazio, infatti, i ragazzi disabili che avranno compiuto la maggiore età non saranno più costretti a lasciare la struttura che li ha ospitati negli anni antecedenti. E’ questo quanto prevede la delibera regionale riguardante le modalità di ammissione nei servizi residenziali per minori.

La modifica, introdotta con la delibera n.54, ha fatto sì che Alessia e la sua carrozzina (così come tutti i giovani disabili nelle sue condizioni) non dovranno più lasciare “Casa di Chala e Andrea”: anche quando avrà 18 anni Alessia potrà continuare a rimanere in questa sistemazione, pur trattandosi di una struttura destinata ai minori.

“Questa modifica normativa fa della Regione Lazio uno dei territori più all’avanguardia in Italia per la tutela dei diritti dei bambini con disabilità, poiché si fa carico del bisogno della continuità assistenziale, terapeutica e affettiva come presupposto prioritario in un percorso di benessere della persona”, spiega soddisfatto Marco Bellavitis, responsabile de “L’Accoglienza onlus” e consigliere di “Casa al Plurale”, l’associazione che raggruppa le organizzazioni laziali vicine alla causa dei disabili.

Ad oggi, nel Lazio, ci sono più di 240 bambini e adolescenti disabili che vivono fuori dalle famiglie d’origine, e di questi sono almeno 70 quelli affetti da disabilità complessa: fino a pochi giorni fa rischiavano di essere sradicati dalla loro quotidianità al compimento dei 18 anni, ma fortunatamente questo rischio può dirsi scongiurato.

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