DALL’OMS UN DOCUMENTO PROGRAMMATICO SU TECNOLOGIE DI ASSISTENZA E DISABILITA’

Montascale per disablog.itSu tecnologie assistive e disabilità una recente risoluzione dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce per la prima volta criteri e obblighi per tutti i Paesi membri. Il documento è stato presentato in occasione della 71^ Assemblea mondiale dell’OMS, svoltasi a Ginevra.

La definizione precisa dell’espressione “tecnologie assistive” è stata indicata dal Glossary of Terms for Community Health Care and Services for Older Persons, redatto dagli esperti del Centro per lo Sviluppo della Salute dell’OMS, allo scopo di offrire alla comunità internazionale un insieme omogeneo e condiviso di definizioni per descrivere la salute, l’assistenza e i servizi sanitari.

Cosa si intende, dunque, per tecnologia assistiva? Come si legge nel glossario “qualsiasi dispositivo o sistema che consenta alle persone di eseguire compiti che non sarebbero altrimenti in grado di fare o di aumentare la facilità e la sicurezza con cui i compiti possono essere svolti”.

La Convenzione Unicef sui diritti delle persone con disabilità lo spiega in modo, se possibile, ancora più chiaro, definendo tecnologia assistiva “qualsiasi elemento, apparecchiatura o sistema di prodotti, acquisito in commercio, modificato o personalizzato, che viene utilizzato per aumentare, mantenere o migliorare le capacità funzionali della persona con disabilità”.

I dati affermano chiaramente che esiste un rapporto diretto tra invecchiamento e disabilità.

Il recente Rapporto Osservasalute 2017, pubblicato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede a Roma presso l’Università Cattolica, ha confermato il progressivo invecchiamento della popolazione. Gli anziani sono sempre di più e tra questi, in particolare tra gli over75, aumentano quelli con disabilità e limitazioni fisiche che non consentono di svolgere in autonomia anche le attività domestiche più semplici.

Secondo i dati del rapporto, aumentano in modo preoccupante le patologie invalidanti come l’artrosi che, limitando molto l’autonomia anche in ambiente domestico, rendono necessario l’uso di ausili per la mobilità.

Ogni strumento che possa migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sociali e sanitari della disabilità non può che essere auspicabile. E proprio le tecnologie assistive rappresentano una delle risorse più utili al riguardo. Una sedia a ruote, un bastone, un deambulatore, un montascale o un miniascensore, consentono alla persona anziana di mantenere la propria autonomia, sia in casa sia fuori.

Fluido, uno dei modelli di montascale più avanzati di KONE Motus, è ideale per disabili e anziani che si muovono su sedia a ruote, è adatto a qualsiasi tipo di scala, viene installato facilmente senza interventi di muratura e funziona con batterie ricaricabili, anche in assenza di corrente elettrica.

Tecnologie di questo tipo, che possono essere installate anche in condomini, uffici e ambulatori medici, sono conformi alle raccomandazioni contenute nella Risoluzione OMS che comprende nove punti, o meglio, nove obiettivi da raggiungere quando si parla di tecnologie assistive. La Risoluzione, infatti, raccomanda di “sviluppare, attuare e rafforzare opportune politiche e programmi per migliorare l’accesso alle tecnologie assistive nel quadro dei servizi socio-sanitari garantiti ai cittadini”, di “garantire che gli utenti e i loro caregiver abbiano accesso agli ausili più appropriati al loro caso e che li sappiano utilizzare in maniera sicura ed efficace”, di “promuovere o investire in ricerca, sviluppo, innovazione e design per rendere gli ausili esistenti più economici; e sviluppare una nuova generazione di ausili, anche di alta tecnologia, basati su principi di design universale e su evidenza tecnologica, in opportuna collaborazione con università, organizzazioni della società civile (in particolare associazioni di persone con disabilità o di persone anziane) e imprese private” e, ancora, di “investire in progetti di ambienti privi di barriere, in modo che le persone che abbisognano di tecnologie assistive possano utilizzarle in maniera ottimale, per vivere in modo indipendente e sicuro e partecipare pienamente ad ogni aspetto della vita”.

Si stima che un miliardo di persone nel mondo trarrebbe beneficio dai prodotti di assistenza; un numero che salirà a più di 2 miliardi entro il 2050. Tuttavia il 90% non ha accesso a questi presidi tecnologici a causa dei costi elevati e della mancanza di disponibilità.

Entro il 2021 l’OMS pubblicherà un rapporto globale sull’accesso alla tecnologia assistenziale da parte della popolazione anziana e delle categorie svantaggiate.

Dunque, le soluzioni tecnologiche esistono e sono facilmente realizzabili, grazie anche a specifiche agevolazioni fiscali.

La sicurezza domestica, in particolare, ha lo scopo di rafforzare e mantenere l’autonomia dell’anziano, prevenire incidenti, rendere l’abitazione adeguata alle esigenze della persona e migliorare la qualità della vita.

Che il nostro Paese sia in ritardo per i servizi e le tecnologie assistive è confermato anche dai dati emersi dall’indagine UE ‘Report active ageing index’, che ha messo a confronto 28 Paesi europei nell’arco di quattro anni, dal 2008 al 2012.

Ebbene, secondo i parametri fissati per l’indagine – politiche a sostegno dell’invecchiamento attivo e coinvolgimento sociale degli anziani – l’Italia è soltanto quindicesima per misure come l’accesso ai servizi o l’uso di tecnologie che aiutino nella quotidianità, mentre è diciassettesima per livello di indipendenza degli over65.

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