Bagno per disabili in casa: le normative, come deve essere progettato

Negli ultimi anni varie normative hanno riconosciuto la necessità di adeguare gli spazi di uffici pubblici e strutture ricettive alla fruizione anche da parte di soggetti con disabilità. Per questo motivo oggi in Italia moltissimi palazzi pubblici, così come alberghi e ristoranti, sono muniti di bagni e servizi utilizzabili da parte di coloro che si spostano su sedia a rotelle, o che necessitano dell’aiuto di altri per muoversi. I bagni per disabili sono sufficientemente diffusi lungo tutta la penisola, soprattutto, come detto, nelle strutture accessibili da parte del pubblico.

La problematica, tuttavia, sussiste anche nella casa di un disabile, anzi in questo caso la necessità di avere a disposizione servizi utilizzabili in autonomia diviene ancora più importante. Vediamo cosa si intende con la locuzione “bagno per disabili” e come è possibile approntarne uno in casa propria.

Cos’è un bagno per disabili

Un bagno per disabili è un servizio igienico nel quale l’accesso è garantito anche a un soggetto in sedia a rotelle, che dispone quindi degli spazi necessari al movimento con tale mezzo e che offre ausili al sostegno del soggetto con ridotta mobilità. Sostanzialmente si tratta quindi di una predisposizione da valutare in fase progettuale, ma anche della necessità di utilizzare installazioni particolari, che agevolino il disabile durante i movimenti e che possano essere utili anche a un eventuale accompagnatore.

Esistono in merito diverse normative, che riguardano nello specifico l’abbattimento delle barriere architettoniche e che si occupano sia dell’edilizia privata che di quella pubblica. In particolare si sta parlando della legge 13 del 1989, così come del decreto ministeriale 236 del medesimo anno e del DPR 503 del 1996. Tutte queste normative non trattano nello specifico dei servizi igienici di un edificio, ma dell’insieme delle parti che possono essere considerate come barriere architettoniche, impedendo al disabile di muoversi liberamente negli spazi disponibili.

Cosa dicono le normative

Gli obblighi di legge per la progettazione di un bagno per disabili riguardano essenzialmente gli spazi pubblici, sia quelli ricettivi che uffici della pubblica amministrazione, ospedali o scuole. È vero, però, che chi desidera costruire o ristrutturare un’abitazione in modo che sia utilizzabile anche da un soggetto disabile dovrà seguire le medesime indicazioni. Perché un bagno sia definito “per disabili” è necessario che gli spazi interni siano utilizzabili da un soggetto in sedia a rotelle; il singolo soggetto che manifesta disabilità di altro tipo può decidere nella propria abitazione di predisporre un bagno privo di barriere architettoniche, in cui siano disponibili ausili che lo aiutano a utilizzare i servizi igienici in autonomia, per quanto possibile.

Quindi di fatto esistono diverse tipologie di bagno per disabili, soprattutto quando si tratta di un servizio predisposto all’interno di un’abitazione privata. Uno dei primi elementi da considerare riguarda le dimensioni del bagno, che devono permettere i movimenti a un soggetto con ridotta mobilità. Un disabile che utilizza un bastone per aiutarsi a camminare o una persona su sedia a rotelle necessitano di spazi più ampi per i movimenti rispetto a un soggetto senza questo genere di problematiche.

Nel preparare un bagno per disabili pubblico si considera la situazione di “maggiore ingombro”, quindi un soggetto su sedia a rotelle con accompagnatore; in un bagno privato invece si può considerare la situazione di chi già vive in quella abitazione, che quindi avrà delle specifiche esigenze.

Come deve essere un bagno per disabili

Quindi sono soprattutto gli spazi a rendere un servizio igienico adatto all’utilizzo da parte di un disabile. I bagni di questo tipo offrono quindi porte ampie e scorrevoli, che non causino alcun ingombro all’interno della stanza adibita a bagno. Così come presentano installazioni posizionate a un massimo di 80 cm dal pavimento, così come un ampio corrimano a maniglia vicino ai servizi igienici, perché il disabile si possa ancorare saldamente negli spostamenti.

Per i bagni privati esistono poi soluzioni particolarmente interessanti, che consentono a una buona fetta di soggetti con disabilità di utilizzare il bagno in modo autonomo. Ad esempio si utilizzano vasche da bagno con sportello laterale, così come docce con piatto a filo pavimento, accessibili quindi anche direttamente con una sedia a rotelle e munite di sedile al loro interno. I bagni per disabili devono anche offrire ampi spazi, in modo che sia più facile accedere a tutti i sanitari anche con l’ausilio di un bastone, di stampelle o con una sedia a rotelle. Ogni singola installazione deve poi offrire sufficiente spazio laterale, con un’ampiezza minima di 80-90 cm almeno da un lato.

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