Terzo ciclo di Specializzazione per il sostegno: novità tra luci ed ombre

Con il decreto ministeriale 141 del 10 marzo 2017 è stato definito il contingente di posti disponibili per il terzo ciclo dei corsi di specializzazione per il sostegno. La necessità di dare il via a un nuovo corso di specializzazione è parsa urgente e ha indotto il MIUR a non aspettare che il decreto di inclusione venisse portato a termine.

In base a quanto emerso, sono stati autorizzati 9.649 posti, con un importante incremento rispetto alla previsione iniziale che invece parlava di soltanto 5.108 posti. Si tratta di un aspetto determinante, vista l’esiguità dei docenti specializzati nel sostegno. E’ praticamente da sempre, in fondo, che i docenti di sostegno hanno un numero insufficiente rispetto a quello che è il fabbisogno per il territorio italiano.

In alcune aree del Paese, specialmente al Nord, si registra una significativa carenza di docenti specializzati e le scuole si vedono continuamente costrette ad assegnare le cattedre a docenti che sono sprovvisti del titolo per il sostegno. Ancora oggi, nonostante l’aumento di assunzioni degli ultimi anni, sempre più di frequente capita che un docente di sostegno su due sia precario. In questo contesto, quindi, l’incremento dei posti autorizzati è davvero importante, anche se non ancora del tutto sufficiente.

Oltre al significativo aumento dei posti riservati ai docenti di sostegno, al decreto si è aggiunta anche la tabella di ripartizione per Ateneo e per ordine di scuola, dalla quale si desume una distribuzione non così ben equilibrata. Ad esempio, nel caso della Scuola Primaria, risulta che per il Piemonte siano stati riservati 45 posti, per l’Emilia Romagna 85 posti e per il Veneto 120 posti; numeri che appaiono insufficienti rispetto alla carenza di docenti che si registra da sempre in queste aree.

Un altro aspetto che resta poco convincente è dato dal fatto che i corsi sono riservati a docenti già abilitati, inclusi i maestri con diploma di scuola o di istituto sperimentale conseguito entro il 2001/2002. La perplessità sta nella diversa formazione richiesta dai maestri di scuola dell’infanzia o di scuola primaria ai quali viene invece chiesta una laurea in Scienze della Formazione Primaria o un titolo conseguito presso Scuola o Istituto Magistrale.

Infine i corsi di specializzazione sono stati rinviati a data da destinarsi, per cui è lecito aspettarsi che l’inizio dei lavori avverrà soltanto nel prossimo anno accademico. L’augurio, a questo punto, è che questo slittamento dei tempi possa favorire quanto meno alcune riflessioni sull’incremento dei posti autorizzati o su un ripensamento della loro ripartizione.

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