Quando si parla di terapia ventilatoria CPAP si fa riferimento a una particolare forma di supporto alla respirazione indicata per coloro che, a causa di determinati disturbi più o meno complessi, hanno difficoltà a respirare normalmente.
A seconda del disturbo che si deve trattare, la terapia CPAP può essere a breve o a medio-lungo termine; in alcuni casi deve essere addirittura seguita vita natural durante.
Le forme di terapia ventilatoria CPAP
CPAP è un acronimo dell’espressione inglese Continuous Positive Airway Pressure, vale a dire “Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree”; in altri termini è una forma di ventilazione artificiale erogata tramite apposite e sofisticate apparecchiature costituite dai seguenti componenti: un corpo centrale che contiene un ventilatore, un tubo flessibile che collega il ventilatore a una maschera nasale o facciale e un umidificatore (che serve a evitare la secchezza del naso o della gola).
Possiamo distinguere tre forme di terapia: CPAP standard, auto CPAP (o APAP) e BiPAP.
I dispositivi per la CPAP standard
I dispositivi per la terapia CPAP standard sono quelli più comunemente utilizzati e si caratterizzano per il fatto che erogano un flusso d’aria continuo a pressione positiva costante. L’apparecchio che eroga l’aria deve essere configurato a seconda delle specifiche necessità del paziente ed è lo specialista pneumologo che decide il settaggio più opportuno; di norma l’apparecchio viene settato scegliendo la pressione d’aria minima necessaria a tenere pervie le vie aeree del paziente e tale pressione varia da caso a caso. Nelle terapie a medio-lungo termine è possibile che il settaggio debba essere periodicamente rivisto in seguito al mutamento del quadro generale di salute del paziente.
L’utilizzo principale della CPAP standard è il trattamento della sindrome delle apnee/ipopnee ostruttive nel sonno, un disturbo relativamente comune nella popolazione, in particolare in quella adulta e anziana.
I dispositivi per l’auto CPAP
L’auto CPAP è nota anche come APAP, acronimo che sta per Automatic Positive Airway Pressure vale a dire Pressione Positiva Automatica delle Vie Aeree.
L’APAP si distingue dalla CPAP standard per il fatto che il dispositivo che eroga il flusso d’aria è in grado di modificare la pressione dell’aria a seconda di quelle che sono le necessità del momento; in altri termini si adatta alla gravità dell’ostruzione delle vie aeree che a seconda del momento può essere più o meno severa.
È una soluzione che viene considerata sia in quei pazienti che non tollerano molto bene la CPAP standard e anche in quei soggetti affetti da apnee notturne in cui le ipopnee e le apnee si manifestano unicamente in determinate fasi del sonno.
I dispositivi per la BiPAP
BiPAP sta per Bilevel Positive Airway Pressure, ovvero Pressione Positiva Continua Bifasica. In questo caso i dispositivi utilizzati presentano molte similitudini con quelli CPAP, ma a differenza di quelli standard non usano soltanto un determinato livello di pressione, bensì due, uno per la fase di inspirazione e uno per quella di espirazione.
Si ricorre alla BiPAP quando il paziente mal si adatta alla CPAP, in coloro che sono affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, nei pazienti obesi con ipoventilazione e in coloro che sono colpiti da malattie in cui si ha un deficit motorio della gabbia toracica.