Studente disabile espulso arbitrariamente da un istituto di Milano: ha ottenuto piena giustizia

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Fa specie osservare come in una società evoluta (?) come la nostra si parla ancora di discriminazione. Eppure, saltuariamente, capitano episodi che nulla hanno a che fare con il concetto di “coscienza”.

A Milano, Andrea frequentava l’anno scolastico 2018-18 per diventare “Operatore della ristorazione-Preparazione Pasti” nel Centro di Formazione Professionale di Milano. Al ragazzo, affetto da una grave disabilità che necessita di sostegno didattico e educativo per comunicare e relazionarsi socialmente con gli altri alunni, venne comunicata la possibilità di frequentare le lezioni per meno ore (da sei a quattro). Dopo aver accettato la proposta, Andrea e la sua famiglia ebbero una brutta sorpresa: l’istituto, tramite email, comunicò che le ore scendevano a tre anziché a quattro. Motivo? Colpa della scarsa concentrazione del ragazzo, a detta della direzione.

Decidere una cosa del genere in pieno anno didattico e senza aver convocato il Gruppo di Lavoro Handicap Operativo (GLHO) e aver redatto il Piano Educativo Individualizzato (PEI) apparve subito una tremenda ingiustizia. Inoltre, Andrea era stato sottoposto in precedenza a varie sanzioni disciplinari, tra cui una sospensione a dicembre.

Il peggio avvenne dopo le vacanze natalizie, quando il preside dell’istituto comunicò ad Andrea l’espulsione immediata per non idoneità al percorso didattico a causa dei continui comportamenti scurrili e provocatori che Andrea aveva ripetutamente manifestato. “E’ a rischio l’incolumità di studenti e docenti”, si leggeva nel comunicato.

Saputa della palese discriminazione, intervennero i legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità (LEDHA), i quali fecero ricorso al Tribunale Civile di Milano per far riammettere il ragazzo disabile.

Letti i punti salienti del ricorso, il Tribunale si è espresso a favore di Andrea, definendo “discriminatorie” le giustificazioni all’espulsione avanzate dal Centro di Formazione Professionale. Inoltre, l’organo giudiziario ha considerato arbitraria la riduzione delle ore di frequenza e negligente la mancata convocazione del GHLO, oltre che della omessa adozione del PEI. Adesso, l’istituto dovrà pagare i danni morali e materiali alla famiglia di Andrea, oltre che le spese legali.

Gaetano De Luca, uno degli avvocati che ha impugnato l’espulsione, ha commentato: “La nostra soddisfazione è tanta. Il Tribunale di Milano ha considerato discriminatorie le condotte perpetrate dall’istituto. Fin dall’inizio, la scuola ha sostenuto che la riduzione delle ore di frequentazione era stata concordata coi genitori. Invece, non era vero. Purtroppo, capita spesso con le persone disabili che frequentano la scuola assistere ad una sorta di pressione per ottenere il consenso da parte dei famigliari. La speranza è che questa sentenza faccia capire che le persone disabili hanno diritto ad essere inclusi in tutte le scuole e nei corsi di formazione utilizzando tutti i sistemi di supporto esistenti”.

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