In Italia il disturbo bipolare interessa circa un milione di persone, scopriamo quali sono i diritti e le tutele che vengono riconosciute a chi soffre di questa patologia.
La diffusione del bipolarismo non ha un dato certo, ma circa il 69% di chi ne soffre non è consapevole di avere tale patologie. Il paziente pensa che le fase depressive e manicali siano un comportamento normale, una caratteristica caratteriale.
Ma il disturbo bipolare se non curato può portare a varie conseguenze come ore di lavoro perse, relazioni affettive difficili, maggiore litigiosità, nervosismo, disinibizione sessuale, sofferenza personale, comportamenti eccessivi e rischio di suicidio.
Cos’è il disturbo bipolare
Il disturbo bipolare, noto anche come disturbo maniaco-depressivo, bipolarismo o depressione bipolare (Qui un approfondimento) va a colpire l’umore della persona che ne soffre.
È una condizione mentale caratterizzata da oscillazioni estreme dell’umore, che alternano episodi di euforia o iperattività (chiamati episodi maniacali o ipomaniacali, in forme meno gravi) a periodi di profonda tristezza o apatia, noti come episodi depressivi.
Questi cambiamenti di stato non sono semplici fluttuazioni emotive quotidiane, ma alterazioni intense che possono influenzare significativamente il modo in cui una persona vive, lavora e interagisce con gli altri.
Durante una fase maniacale, una persona può sentirsi insolitamente energica, avere un’autostima eccessivamente alta, parlare rapidamente e passare da un’idea all’altra con difficoltà a concentrarsi.
Spesso si manifestano comportamenti impulsivi, come spese eccessive, decisioni avventate o un aumento di attività rischiose.
Al contrario, nella fase depressiva, tutto sembra rallentare: l’energia cala drasticamente, emerge un senso di disperazione e le attività quotidiane possono sembrare insormontabili.
Non è raro che le persone in questa fase provino un senso di colpa e inutilità o che perdano interesse per ciò che normalmente le rendeva felici.
Invalidità per sindrome bipolare
L’origine del disturbo non è chiara, il paziente che ne soffre non ne è consapevole come per tutte le patologie mentali, e col passare del tempo e l’aggravarsi della malattia, la vita quotidiana può essere compromessa.
La percentuale di invalidità assegnata varia in base alla gravità del disturbo e alle sue conseguenze sul piano funzionale e sociale.
Nelle tabelle ministeriali sono stabiliti gradi di invalidità che, nei casi più gravi, possono arrivare fino alla totale inabilità lavorativa.
In particolare, le percentuali di invalidità previste per il disturbo bipolare sono le seguenti:
- Dal 61% all’80% per il disturbo bipolare di tipo I con deficit moderato.
- Il 75% per il disturbo bipolare di tipo II caratterizzato da deficit grave.
- Il 100% nei casi di disturbo bipolare di tipo I con deficit grave.
Queste percentuali danno accesso a una serie di benefici:
- Per un’invalidità compresa tra il 61% e il 66%, è garantito l’accesso al collocamento mirato e, in base al contratto nazionale di lavoro, il congedo straordinario per cure.
- Con un’invalidità pari o superiore al 67%, si ha diritto all’esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario per esami diagnostici e visite specialistiche.
- Quando l’invalidità è del 74% o più, si può ottenere un assegno mensile di assistenza, a patto che il reddito non superi la soglia annua stabilita (5.391,88 euro nel 2023).
- Infine, con un riconoscimento del 100% di invalidità, è possibile accedere alla pensione di inabilità, purché il reddito sia inferiore a 17.920 euro (per il 2023).
Disturbo bipolare e legge 104
Chi soffre di disturbo bipolare può essere riconosciuto come portatore di handicap e avere accesso alla Legge 104.
La normativa prevede che le persone con handicap sono quelle con una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabilizzata che aggressiva, che rende difficile l’apprendimento, le relazioni o l’integrazione negli ambienti di lavoro, determinando uno svantaggio sociale.
Un paziente con bipolarismo ha difficoltà di integrazione lavorativa e di interazione, ed il rischio di emarginazione è molto alto.
Secondo il comma 3, il paziente può avere 3 giorni di permesso al mese, così come la persona che lo assiste, oltre che al congedo biennale retribuito, se convive con la persona bipolare e se ne prende cura.
Sono poi previste tutte le altre agevolazioni della Legge 104 tra cui:
- Iva agevolata su alcuni acquisti;
- Esonero dai turni di lavoro;
- Chiedere il trasferimento nella sede lavorativa più vicina al domicilio.
Disturbo bipolare e accompagnamento
Nei casi più gravi di bipolarismo può essere riconosciuta anche l’indennità di accompagnamento. È un trattamento riservato alle persone che non sono capaci di deambulare senza un accompagnatore.
Un disturbo bipolare di tipo I con grave deficit comporta un’invalidità del 100% e in questo caso viene riconosciuto l’accompagnamento.