Continua a tenere banco il diritto delle persone disabili di votare alle prossime elezioni del Parlamento europeo. Il 20 marzo, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha pubblicato una relazione informativa che illustra lo stato di avanzamento della questione.
La relazione, intitolata “I diritti reali delle persone con disabilità di votare alle elezioni del Parlamento europeo”, dimostra che, nonostante i molti documenti giuridici vincolanti che tutelano i diritti di queste persone nell’UE, milioni di loro non avranno il permesso di esprimere il loro voto il 23-26 maggio, o potrebbero avere difficoltà a farlo.
Krzysztof Pater, autore della relazione, ha dichiarato: “Quanto scritto nel rapporto è la rappresentazione della faccia peggiore dell’Europa. E’ una realtà ben lontana dalle nostre aspettative, dagli atti giuridici internazionali di base e dalle dichiarazioni politiche”. Per i responsabili ed i media, l’unico problema è come motivare i cittadini dell’UE a votare, mentre a tantissimi disabili che vorrebbero farlo viene ancora negato il diritto a votare a causa di ostacoli tecnici ancora esistenti. In Polonia, paese di provenienza di Pater, questo diritto è negato.
Sempre secondo il rapporto, milioni di elettori saranno anche scoraggiati da ostacoli tecnici nei seggi elettorali che non tengono conto dei bisogni derivanti dai loro vari tipi di disabilità. Oltre a questo, si stima che circa 800 000 cittadini dell’UE che soffrono di problemi di salute mentale o di disabilità intellettiva saranno privati del diritto al voto a causa delle norme nazionali in vigore in 16 Stati membri.
In nove paesi dell’UE, tali persone perdono automaticamente il diritto di voto quando viene ridotta la loro capacità giuridica o quando viene nominato un tutore. In base a sette leggi nazionali, la loro capacità di voto viene valutata individualmente da tribunali o consulti medici.
Per quanto riguarda gli ostacoli tecnici, la questione dell’adattamento dei seggi elettorali è affrontata in modo molto diverso dagli Stati membri. Sei paesi non hanno regole per renderli accessibili alle persone con disabilità, mentre undici, pur applicando il principio generale che tutti i seggi elettorali devono essere adattati, questa accessibilità è comunque intesa in modo piuttosto restrittivo.
In ben 18 Stati, gli elettori ciechi non possono votare in modo indipendente. In otto, non esistono forme di voto alternative, come il voto per corrispondenza, il voto elettronico o il voto nelle urne mobili. Ciò significa che, chiunque non sia fisicamente in grado di raggiungere il seggio elettorale, non potrà esprimere il proprio voto.
Per fortuna, nella relazione sono menzionati alcuni Stati membri dove le soluzioni sono state trovate. Ad esempio, la Romania consente agli elettori di lasciare un segno accanto al nome di un candidato utilizzando un timbro ottenuto dalla commissione elettorale. In Lituania, le autorità forniscono una mappa online che identifica i seggi elettorali più adatti agli elettori con mobilità ridotta. Tutti i cittadini in Estonia possono votare elettronicamente. Gli elettori in Danimarca hanno la possibilità di votare in anticipo presso seggi elettorali designati.
“Spero che questa relazione contribuirà a creare regole che garantiscano che nessun cittadino europeo debba essere privato del diritto di voto nelle elezioni del Parlamento europeo del 2024”, ha concluso Pater.