Centri estivi per disabili: rette maggiorate? Come comportarsi

centro estivo disabili

Le famiglie che hanno al loro seguito dei figli o dei giovani disabili lo sanno bene: ogni anno tocca lottare contro quei centri estivi che applicano tariffe maggiorate ai bambini disabili. le famiglie d’estate lavorano ancora e hanno quindi la necessità di lasciare i loro ragazzi presso dei luoghi adeguati, in cui si organizzino attività ricreative e in cui sia impiegato del personale capace di garantire loro l’opportuna assistenza. Capita, però, che queste famiglie si vedano costrette a rinunciare ai centri estivi perché magari non adeguatamente attrezzati per gestire le necessità di un ragazzo disabile o, quando va meglio, che siano costrette a pagare una cifra in più rispetto a quella che verrebbe normalmente richiesta per un ragazzo normodotato.

L’associazione Ledha segnala che in alcuni comuni della Lombardia, ai genitori con bambini e ragazzi disabili, venga puntualmente chiesto un costo di compartecipazione molto più elevato rispetto al normale. A Cremona è addirittura stato chiesto di pagare una quota praticamente doppia. Si tratta di cifre che le famiglie non sempre sono nelle condizioni di poter sostenere e che anche nel caso in cui lo fossero, hanno dietro un principio che non è affatto giusto, perché lede i principi di uguaglianza, di dignità e di libertà dei soggetti più deboli (quali sono appunto i bambini). In altri casi, segnala sempre Ledha, capita che ai bambini disabili venga rifiutata la richiesta di iscrizione al centro per motivi di inidoneità degli spazi e di mancanza di personale abilitato.

Secondo i legali di Ledha sia il chiedere importi più alti sia il rifiutare l’iscrizione di un ragazzo disabile si qualificano entrambi come dei comportamenti scorretti. E che sono scorretti non solo da un punto di vista morale, ma anche in termini di legge: trattamenti di questo genere fanno parte infatti di quelle condotte discriminatorie che la Legge 67 del 2006 e la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili condannano chiaramente.

A chi spetta allora ripristinare la legalità? Proprio a loro: a Comuni e centri estivi. Come spiega l’avvocato Gaetano De Luca: “Tocca ai Comuni e ai centri estivi far sì che tutti i bambini possano accedere alle stesse condizioni, in modo che nessuno possa o debba rimanere escluso, pena il configurarsi di una situazione discriminatoria che viene vietata e sanzionata dal nostro ordinamento giuridico”. Per cui se ravvisate casi di questo genere, fareste bene a compilare e a inviare ai Comuni di residenza una segnalazione così come impostata in questo fac-simile dai legali di Ledha; e se le vostre richieste dovessero risultare vane, chiedete supporto a un’associazione di settore!

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