Due disabili sono stati oggetto di discriminazioni illegali nel momento in cui i loro benefici sono stati drasticamente ridotti dopo il passaggio al controverso regime di credito universale da parte del governo. La sentenza emanata dalla Corte Suprema inglese è un duro colpo al Dipartimento per il lavoro, al sistema pensionistico e all’avvio del nuovo sistema di pagamenti. Sempre secondo la sentenza, i due uomini sono stati privati della capacità di soddisfare molti dei loro bisogni di base.
Il giudice Justice Lewis ha dichiarato: “Sembra che non sia stata presa in considerazione l’opportunità o la giustificazione di richiedere di assumere la totalità della differenza tra i benefici legati al reddito nel vecchio sistema e il nuovo credito universale nel momento in cui le loro condizioni di vita sono cambiate. Tutto ciò lascia sorpresi se si considerano le dichiarazioni fatte dal governo che assicuravano, per un certo numero di anni, a tali persone l’assistenza necessaria o le circostanze precise in cui non avrebbero ricevuto tale assistenza. Queste è discriminazione illegale ed è contraria alla convenzione europea sui diritti umani”.
I nomi dei richiedenti sono rimasti nell’anonimato. Uno dei due disabili si laureò a Cambridge ed ha lavorato nel settore finanziario sia nella City di Londra che all’estero. Nel 2016 gli è stata diagnosticata una malattia terminale. Quando si ammalò, si trasferì temporaneamente da Londra a casa dei suoi genitori presso Dorset, ma dopo alcuni mesi tornò nel quartiere londinese di Hammersmith, un’area universitaria, su consiglio dei suoi medici, per accedere all’assistenza sanitaria specialistica, in quanto l’area era coperta dal credito universale.
L’altro disabile ha 36 anni e gravi problemi di salute mentale. Nel 2017 si è trasferito da Middlesbrough a Hartlepool, un’area coperta dal credito universale, perché non poteva più permettersi la proprietà in cui viveva.
Entrambi gli uomini erano tenuti a presentare una richiesta di credito universale, poiché si erano trasferiti nelle aree in cui il beneficio era stato esteso. Si giustificarono dicendo che il personale addetto li rassicurò che i loro diritti alle prestazioni non sarebbero cambiati. Tuttavia subirono una riduzione mensile del reddito di 178 sterline con il nuovo sistema del credito universale.
Tessa Gregory, avvocato dello studio legale londinese Leigh Day che ha rappresentato gli uomini, ha dichiarato: “Nulla di ciò che riguarda la disabilità o le esigenze di assistenza dei richiedenti è cambiato, sono stati semplicemente sfortunati da dover spostare le autorità locali in un’area di servizio completo di credito universale. Il governo ha bisogno di fermare il rollout e di revisionare completamente il sistema per soddisfare i bisogni delle persone e non condannarle alla miseria. Se ciò non accade, inevitabilmente seguiranno altre sfide legali”.