Covid-19, emergenza sanitaria: attenzione a non lasciare indietro i disabili!

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Coronavirus COVID-19

Mentre i governi in Europa reagiscono alla rapida diffusione del coronavirus attraverso misure di ampia portata, non devono dimenticare che gran parte della loro popolazione vive con disabilità. Le persone disabili non solo sono soggette a maggiori rischi per quanto riguarda la salute, ma hanno anche particolari esigenze di supporto in questo periodo difficile.

Sebbene la crisi in corso non abbia precedenti, il rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani deve essere al centro delle risposte statali ad essa. A tale proposito, è importante ricordare che l’articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), ratificata da 46 dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, prevede che gli Stati adottino “tutte le misure necessarie per assicurare la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, comprese le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e l’insorgenza di catastrofi naturali”.

La maggior parte degli Stati membri ha giustamente imposto misure di allontanamento sociale per ridurre la diffusione del virus, ma non sono state sistematicamente attente alle circostanze e ai bisogni specifici delle persone con disabilità. Come ha sottolineato il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti di queste persone, “le misure di contenimento, come il distanziamento sociale e l’autoisolamento, possono essere impossibili per coloro che si affidano al sostegno degli altri per mangiare, vestirsi e fare il bagno”.

A tal proposito, è evidente il crescente rischio di interruzione dei servizi di supporto essenziali per le persone con disabilità. Ovunque in Europa, i fornitori e gli assistenti sociali stanno segnalando seri problemi che mettono a repentaglio la continuità di questi servizi, tra cui la carenza di personale, misure di confinamento e una generale mancanza di dispositivi di protezione individuale, che mette a rischio sia loro che gli utenti finali di questi servizi.

Gli Stati devono adottare tutte le misure necessarie per affrontare questi problemi, anche straordinarie come la mitigazione delle procedure di assunzione, dare la priorità ai servizi di base, fornire aiuti finanziari alle persone con disabilità per compensare le spese aggiuntive causate dalla situazione e integrare i fornitori di supporto, compreso quello informale, nella pianificazione di emergenza pubblica relativa alla fornitura di dispositivi di protezione individuale.

Quando vengono progettate, valutate o perfezionate misure pertinenti, è essenziale che gli Stati assicurino che anche le persone con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative, siedano al tavolo, insieme ai rappresentanti dei fornitori di supporto.

Molte persone disabili in Europa sono ancora private della libertà in grandi contesti residenziali, tra cui istituzioni e ospedali psichiatrici, nonostante gli obblighi internazionali degli Stati previsti dalla CRPD e le chiamate di lunga data da parte di organismi internazionali per i diritti umani. Mentre i residenti in tali istituti spesso affrontano l’abbandono e l’assistenza sanitaria inadeguata, questa pandemia ha purtroppo portato in primo piano gli ulteriori gravi rischi per la salute a cui le persone con disabilità sono esposte in tali contesti.

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