Ippoterapia per disabili: cos’è, benefici, costi e risultati

L’ippoterapia nasce dall’idea che il movimento del cavallo possa restituire armonia al corpo e alla mente. Oggi, in molti centri italiani, è una delle terapie più utilizzate per favorire il recupero motorio, ma anche per aiutare a comunicare, a fidarsi di nuovo, a sentirsi liberi.

ippoterapia per disabili

In pratica, si tratta di una terapia riabilitativa che utilizza il cavallo come strumento terapeutico, per allenare equilibrio, coordinazione e consapevolezza corporea.

Il passo del cavallo riproduce lo stesso movimento che fa il bacino umano quando camminiamo, e questa somiglianza aiuta il cervello a rielaborare schemi motori compromessi.

Durante una seduta di ippoterapia è solitamente presente un fisioterapista, un tecnico equestre e uno psicologo. Il cavallo si muove lentamente, si ferma, riparte e il corpo reagisce, compensa e si adatta. Inoltre, il contatto con l’animale riduce l’ansia e i pensieri, abbassando il livello di stress.

I benefici dell’ippoterapia per persone con disabilità

Chi lavora in questo ambito sostiene che non ci sia un’altra terapia così completa.
Il movimento del cavallo agisce su muscoli, articolazioni e postura, ma allo stesso tempo lavora su fiducia, percezione e comunicazione.

Molti genitori raccontano di miglioramenti evidenti già dopo le prime settimane, c’è chi nota una maggiore stabilità, chi vede il proprio figlio finalmente sorridere.
Un cavallo, spesso, riesce a fare ciò che spesso macchinari e esercizi non possono: motivare, coinvolgere, far partecipare.

Dal punto di vista fisico, i benefici principali sono:

  • migliore equilibrio e coordinazione;
  • rafforzamento del tono muscolare, in particolare nel tronco e nelle gambe;
  • maggiore controllo posturale e riduzione della rigidità.

Ma è sul piano psicologico che si vedono i cambiamenti più sorprendenti, il contatto con l’animale stimola l’attenzione, la memoria, la voglia di comunicare.

Come si svolge una seduta di ippoterapia

Ogni seduta inizia sempre da terra. Prima si conosce il cavallo, lo si accarezza, si impara a rispettarne i tempi. Questo è un modo per creare fiducia reciproca. Solo dopo si sale in sella, con l’aiuto degli operatori.
Il cavallo procede al passo, accompagnato da esercizi quali movimenti del tronco, piccole rotazioni, giochi di equilibrio e non occorre forza, basta farsi guidare. Ogni seduta dura dai 30 ai 45 minuti e, in base al tipo di disabilità, si ripetono una o due volte a settimana. Il percorso viene costruito su misura, con obiettivi ben definiti e chiari e verifiche costanti dei progressi. Spesso l’ippoterapia viene integrata con fisioterapia o logopedia, così da unire stimoli fisici e cognitivi in un unico lavoro.

Chi può fare ippoterapia e chi deve evitarla?

L’ippoterapia può aiutare adulti, bambini e anziani con differenti forme di disabilità.
È particolarmente efficace nei casi di:

  • paralisi cerebrale infantile;
  • sindrome di Down;
  • autismo;
  • traumi cranici o lesioni neurologiche;
  • disturbi comportamentali o ansiosi.

Prima di iniziare, però, è necessario il via libera del medico perché ci sono condizioni, come crisi epilettiche non controllate o gravi problemi alla colonna, in cui la terapia non è indicata.

Dove si pratica l’ippoterapia?

In Italia esistono decine di centri dedicati, molti affiliati al CONI o alla FISE, le équipe sono sempre multidisciplinari: fisioterapisti, tecnici equestri, psicologi e educatori lavorano insieme.
Il cavallo viene scelto e addestrato con grande cura, perché non tutti gli animali sono adatti a lavorare in contesti terapeutici.

Alcune regioni riconoscono l’ippoterapia come trattamento riabilitativo convenzionato, in questi casi si può accedere anche tramite Servizio Sanitario Nazionale o con contributi di associazioni locali.

Quanto costa l’ippoterapia per disabili?

Una seduta costa in media tra 35 e 60 euro, ma molti centri offrono pacchetti agevolati o tariffe ridotte per chi frequenta regolarmente. L’ippoterapia non sostituisce altre terapie, le completa e in molti casi aiuta le persone con disabilità ad affrontare meglio la riabilitazione rendendola un’esperienza divertente e meno faticosa. Del resto, non è solo una terapia ma la costruzione di una relazione, imparare a fidarsi di un animale che ti accetta per come sei ed è, probabilmente, anche questa la ragione che porta tante persone che iniziano, a non smettere più.

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