Negli ultimi anni, la normativa sull’IMU, tributo locale sulla proprietà degli immobili, è cambiata diverse volte, creando dubbi soprattutto in situazioni particolari come i disabili e le famiglie che li assistono.
Ci sono riduzioni o esenzioni IMU per i disabili? Alcune agevolazioni sono previste a livello nazionale, altre sono lasciate alla discrezionalità dei singoli Comuni, che possono deliberare aliquote ridotte o esenzioni specifiche.
Esenzione IMU per disabili: cosa prevede la normativa?
La regola di base è che l’IMU non si paga sulla prima casa se l’immobile è adibito ad abitazione principale, cioè se il proprietario vi risiede anagraficamente e vi dimora abitualmente e questo vale per tutti, compresi i disabili. Quindi, un disabile proprietario della propria abitazione principale non deve versare l’imposta, a meno che la casa non rientri nelle categorie catastali considerate “di lusso” (A/1, A/8 e A/9) e in questi casi, l’IMU resta dovuta anche se si tratta di prima casa.
Accanto alla regola generale, però, ci sono situazioni particolari che riguardano i disabili. Alcuni Comuni, ad esempio, hanno introdotto esenzioni specifiche per immobili destinati a persone con disabilità grave (art. 3, comma 3, legge 104/1992). Altri prevedono aliquote ridotte se l’immobile è concesso in comodato gratuito a un familiare disabile, purché vi siano residenza e dimora.
Un aspetto importante è la distinzione tra agevolazioni nazionali e agevolazioni comunali. La legge statale stabilisce i principi di base, ma è il Comune a fissare ogni anno le aliquote e le eventuali detrazioni ed è per questo che bisogna consultare il regolamento comunale.
Agevolazioni e riduzioni: quando si applicano e a chi?
Oltre all’esenzione totale per la prima casa, ci sono casi in cui il disabile o la sua famiglia possono beneficiare di riduzioni sull’IMU.
Molti regolamenti comunali prevedono una riduzione dell’imposta se l’immobile è dato in uso gratuito a un familiare disabile. In pratica, un genitore che concede la casa al figlio disabile (o viceversa) può avere diritto a un’aliquota agevolata, a condizione che il contratto di comodato sia registrato e che il disabile vi abbia residenza e dimora abituale.
Altre agevolazioni riguardano gli immobili di proprietà di associazioni o fondazioni che ospitano persone con disabilità: in questi casi, l’esenzione è spesso totale, proprio per favorire l’attività sociale svolta.
Alcuni Comuni hanno introdotto detrazioni aggiuntive sull’IMU per i nuclei familiari con disabili e con un ISEE sotto una certa soglia. Specifichiamo che non si tratta di una regola nazionale, ma di una misura locale che mira a sostenere le famiglie più fragili.
Infine, è bene ricordare che anche i disabili che vivono in case di categoria A/1, A/8 o A/9 (abitazioni di lusso) possono avere accesso a detrazioni specifiche, se deliberate dal Comune, pur non essendo esclusi dall’imposta.
Come richiedere l’esenzione o la riduzione IMU
Per ottenere l’esenzione o la riduzione IMU bisogna presentare una dichiarazione al Comune, nei tempi e con le modalità previste. In genere, il modulo da compilare si trova sul sito istituzionale o presso l’ufficio tributi.
Il modulo deve essere compilato con i dati anagrafici del contribuente, i dati catastali dell’immobile e l’indicazione del motivo per cui si chiede l’agevolazione (disabilità, comodato, ISEE ridotto, ecc.). A questo si devono allegare i documenti che attestano il diritto, come:
- certificazione di disabilità grave ai sensi della legge 104/1992;
- contratto di comodato registrato;
- certificazione ISEE, se richiesta dal regolamento comunale;
- copia del documento d’identità.
I termini di presentazione sono variabili, ma di solito bisogna procedere entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento. Se la dichiarazione viene accettata, l’agevolazione decorre dall’anno in cui sono presenti i requisiti. Se invece ci sono irregolarità, il Comune può chiedere integrazioni o rigettare la domanda. In caso di diniego, è possibile presentare ricorso alla Commissione Tributaria.
Calcolo IMU per un disabile in prima e seconda casa
Per capire meglio come funzionano le agevolazioni, facciamo un esempio pratico. Mario è un disabile riconosciuto ai sensi della legge 104/1992. Vive nella sua abitazione principale a Matera, accatastata come A/3. Su questa casa non paga l’IMU, perché la normativa nazionale prevede l’esenzione totale per l’abitazione principale non di lusso.
Mario possiede però anche una seconda casa in campagna, sempre a Matera, dove non risiede. In questo caso l’IMU è dovuta, salvo eventuali riduzioni deliberate dal Comune. Supponiamo che l’immobile abbia una rendita catastale di 600 euro. Il coefficiente di rivalutazione porta la base imponibile a circa 1.008 euro (600 x 1,05 x 160). Se l’aliquota comunale è lo 0,96%, Mario deve pagare circa 968 euro di IMU all’anno.
Se il Comune prevedesse una riduzione del 50% per seconde case intestate a disabili con ISEE basso, l’imposta scenderebbe a circa 484 euro. Questo esempio dimostra come la differenza non stia solo nella legge nazionale, ma soprattutto nelle delibere comunali.
FAQ su disabili e IMU
-  Un disabile paga sempre l’IMU?
 No, se vive nella propria abitazione principale non di lusso, non paga l’imposta.
-  Ci sono agevolazioni anche per la seconda casa?
 In alcuni Comuni sì: possono esserci aliquote ridotte o detrazioni collegate all’ISEE.
-  Serve presentare domanda per avere l’esenzione?
 Sì, è necessario compilare la dichiarazione IMU e allegare i documenti richiesti.
-  Le agevolazioni sono uguali in tutta Italia?
 No, variano da Comune a Comune. La normativa nazionale dà le linee guida, ma i dettagli sono locali.
-  Cosa succede se non presento la dichiarazione?
 Il Comune può richiedere il pagamento dell’IMU arretrata e applicare sanzioni.




