Quattro motivi per cui le persone disabili del Regno Unito temono la Brexit

Brexit

La Brexit non è solo un avvenimento, atteso da tutta Europa, che potrebbe causare degli scompensi economici e finanziari per industrie, società, mercati, ma maggiormente è qualcosa che destabilizzerebbe un po’ tutta la società europea. Una comunità in particolare teme questa diaspora del Regno Unito: quella dei disabili. Vediamo quali sono i timori maggiori.

Austerità

La prima e principale ragione è, naturalmente, la prosecuzione dell’austerità. Gli attivisti disabili sono già impegnati nella lotta quotidiana contro quei feroci tagli che hanno avuto un impatto sproporzionato su di loro. La precarietà è per loro più intensa rispetto a quella delle persone normodotate.

Salute e assistenza sociale

La seconda ragione per cui le persone disabili temono la Brexit riguarda l’assistenza sanitaria e sociale. Tempo fa, Boris Johnson, politico e giornalista inglese, disse che la Brexit avrebbe sbloccato circa 350 milioni di sterline per il servizio sanitario nazionale. Sarà vero?

Intanto, si sono diffusi timori che la Gran Bretagna non avrà più alcuna influenza sull’Agenzia europea per i medicinali, il regolatore che approva i farmaci per l’utilizzo all’interno dell’UE. Anche la ricerca potrebbe essere colpita, in quanto vi saranno riduzioni dei flussi di finanziamenti disponibili per la ricerca medica nel Regno Unito.

La Brexit potrebbe avere un impatto significativo sulla capacità delle persone di viaggiare in Europa. Attualmente, i cittadini dell’UE che viaggiano in altri Stati membri hanno diritto all’assistenza sanitaria su base reciproca, attraverso la tessera europea di assicurazione malattia. Questo beneficio cesserà con l’uscita dall’Unione Europea. Poiché le persone disabili utilizzano tantissimo i servizi sanitari, la loro vita potrebbe essere influenzata negativamente da quanto detto sopra.

Occupazione

La terza ragione per cui le persone disabili temono la Brexit è ciò che potrebbe comportare al diritto del lavoro. La direttiva quadro sulla parità occupazionale è una componente importante di questo diritto all’interno dell’UE e combatte la discriminazione sul posto di lavoro basata sulla disabilità, così come quella di genere, di età, di razza e di orientamento sessuale.

Dopo la Brexit, il governo britannico dovrà decidere se mantenere queste protezioni e, in particolare, in che misura sono disposti a lavorare con i gruppi che rappresentano gli interessi delle persone disabili per assicurarsi che i loro bisogni siano pienamente soddisfatti.

Diritti legali

Il quarto e ultimo motivo è la salvaguardia dei diritti. Il Regno Unito ha sviluppato una serie di leggi positive per la protezione dei diritti delle persone disabili, tra cui, in particolare, l’Equality Act del 2010. Questa legge ha consolidato una grande quantità di legislazione esistente per garantire l’osservanza di una serie di direttive sulla parità dei diritti all’interno dell’UE.

La Brexit, ovviamente, non permetterà più al Regno Unito di fare ricorso alla Corte di giustizia europea. Il timore è che essa porti ad una corsa alla deregolamentazione che ridurrà le protezioni legali disponibili per i disabili.

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