Parcheggiare in un posto riservato ai disabili può costare il carcere

posto disabili

Occupare indebitamente il posto auto di una persona disabile era, è e resterà un atto di inciviltà, ma da oggi parcheggiare in posti riservati ai diversamente abili senza averne diritto significa incorrere anche in un reato. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, con la sentenza numero 17794/2017, che ha riconosciuto quale reato penale di violenza privata l’atto di un cittadino palermitano che aveva indebitamente occupato, per ben 16 ore, il posto auto riservato ai titolari di contrassegno disabili.

La vicenda giudiziaria è durata la bellezza di otto anni e si è conclusa in questi giorni con l’ultimo grado di giudizio. Tutto è cominciato nel 2009 quando la donna, rientrando a casa una mattina, si è ritrovata il posto auto che le era stato assegnato dal comune, occupato da un’altra auto. Naturalmente si trattava di un posto riservato alla sosta disabili, con tanto di indicazioni che segnalavano appunto la particolarità del parcheggio e di divieti che impedivano chiaramente ad altre persone di parcheggiare in quel posto.

La donna, accortasi della violazione, ha così allertato la polizia municipale e da quel momento in poi è partito l’iter giudiziario che ha portato alla condanna definitiva dell’indebito parcheggiatore. L’uomo ha provato in più di una occasione a difendersi, asserendo che non era stato lui a parcheggiare lì, ma il figlio.

Il Tribunale però lo ha condannato ugualmente a quattro mesi per violenza privata e la sentenza è poi stata confermata in appello. Ultimamente, anche la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imputato, ritenendolo colpevole di aver violato l’ex art. 610 del codice penale che parla appunto di violenza privata. Per il parcheggiatore “abusivo”, in sostanza, è scattata una pena a quattro mesi di reclusione più il risarcimento danni di 5mila euro.

Attenzione però, perché la condanna penale è sopraggiunta in quanto lo spazio era espressamente riservato ad un cittadino: da qui deriva l’accusa di “violenza privata” (perché è come se una persona si fosse indebitamente introdotta nella proprietà di un’altra persona). Se invece si fosse trattato di uno spazio genericamente dedicato alla sosta disabili, non ci si sarebbe trovati dinanzi a un reato penale.

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