Impianti di protesi, in Italia è boom di interventi

protesi ancaGli interventi di protesi impiantate sono in forte aumento, mentre per quel che riguarda le protesi ortopediche esterne ci sono ancora delle difficoltà dettate da un Nomenclatore ancora fermo alla preistoria. L’Italia entra perciò di diritto tra i Paesi europei che registrano il più alto numero di persone sottoposte a impianti di protesi.

Le cifre sono state ufficializzate nel corso del Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia: più in particolare sono 200.000 gli interventi che vengono effettuati di anno in anno, tra cui quelli ad anca e ginocchio, spalla, gomito e caviglia risultano essere i più utilizzati. Nel caso di anca e ginocchio si è registrato un salto del +141% nell’arco degli ultimi 15 anni, mentre nelle altre ipotesi la crescita riferita a questo stesso periodo di tempo viaggia su un +226%; ciò significa che nel Belpaese vengono impiantate 100.000 protesi d’anca, 85.000 (o poco più) di ginocchio, e su per giù 15.000 tra spalla, gomito e caviglia.

Ma come mai dati tanto eclatanti? Gran parte del merito va dato al perfezionamento delle tecniche e dei progetti, ma anche all’introduzione di nuovi materiali che grazie alla ricerca sono stati resi sempre più performanti e più sicuri per il paziente. Ma l’apice non è ancora stato raggiunto: da un po’ di tempo a questa parte sta facendosi strada il sistema delle stampanti 3D che potrebbe letteralmente stravolgere il comparto protesico, e farlo portandolo su strade mai percorse prima e interfacciandolo a cure più universali di quanto non siano ora. Si pensi ad esempio a come una tecnica di questo genere possa abbattere sensibilmente i costi delle protesi e andare incontro così alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo (per i quali l’accesso a determinate cure o a dati apparecchi risulta ancor’oggi un miraggio).

Le cose non vanno per il meglio, però, sul fronte dei supporti alla persona con menomazione: questo specifico aspetto rimane tutt’oggi vittima di un Nomenclatore Tariffario fermo al 1999 e che, essendo tanto retrò, non annovera a sé le ultime tecnologie né prende in considerazione i reali costi di mercato dei vari apparecchi. Dalle protesi agli ausili, fino agli strumenti che permettono un accrescimento della qualità di vita della persona disabile, il Nomenclatore raccoglie a sé componenti assai importanti che sarebbe il caso di aggiornare una volta per tutte.

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