Immigrati irregolari: se disabili hanno diritto a rimanere in Italia

La Corte di Cassazione ha deciso: nessuna espulsione per gli immigrati irregolari che sono stati oggetto di una sanzione amministrativa come alternativa alla detenzione, o quanto meno nessuna espulsione può essere applicata se si parla di immigrati disabili. Di persone, in sostanza, che in patria non riceverebbero lo stesso tipo di assistenza che gli verrebbe invece riconosciuta in Italia.

La Cassazione ha così bloccato il rimpatrio di un magrebino, residente da 30 anni in Italia, rimasto privo di una gamba e per questo assistito dall’Inps. I giudici infatti hanno fatto notare che nonostante la legge non preveda una deroga di questo tipo, i principi umanitari inducono comunque a valutare di caso in caso quelle che sono le categorie più vulnerabili.

Legge Bossi-Fini vs Costituzione

Ecco quindi che la grave disabilità motoria che affligge Mokaadi Lofti Ben Dhaouadi non può essere riconosciuta come una forma di diritto “alle cure urgenti o essenziali” per le quali la legge Bossi-Fini del ’98 consente la permanenza in Italia anche per gli immigrati regolari. La legge in vigore, in sostanza, non fa della disabilità una condizione che un immigrato irregolare possa sfruttare “a suo favore” per la permanenza nei confini nazionali.

Tuttavia, una interpretazione delle norme in senso costituzionale e quindi ispirata ai verdetti della Consulta, suggerisce che sì, la disabilità rientra tra quelle fattispecie di vulnerabilità che danno diritto all’immigrato, seppur irregolare, di rimanere in Italia.

Al di là di quanto dice la Bossi-Fini, in sostanza, c’è un principio più forte da rispettare, che è il diritto alla salute garantito dall’articolo 32 della Costituzione: la Consulta, nei suoi recenti verdetti, aveva detto chiaramente che il diritto alla salute è un “nucleo irriducibile”, un principio che quindi deve esser fatto valere sempre e comunque. Alla luce di quanto stabilito dai giudici della Corte di Cassazione, su ispirazione della Consulta, il Tribunale di sorveglianza di Perugia dovrà ora riesaminare la questione e lasciare che l’extracomunitario resti in Italia.

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