Europee, in Spagna le persone con disabilità intellettive potranno votare

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In Spagna, la Commissione costituzionale del Congresso dei deputati ha modificato il sistema elettorale ripristinando il diritto al voto a migliaia di persone, la maggior parte disabili intellettivi o dello sviluppo. La riforma è stata possibile grazie alle pressanti richieste da parte di alcune organizzazioni che rappresentano le persone disabili in Spagna, tra cui Plena Inclusion e la sua campagna #MyVoteCounts.

L’organizzazione per sette anni ha cercato di sensibilizzare sia il pubblico che le autorità spagnole, chiedendo di porre fine alla discriminazione verso i disabili intellettive o dello sviluppo, a cui era stato negato il diritto al voto. Dopo aver raggiunto questo importante traguardo, Plena Inclusion indirizzerà la propria attenzione sull’esigenza di ottenere tutte le informazioni necessarie sull’iter elettorale in modo che siano facili da comprendere.

Alla luce di quanto accaduto in Spagna Jyrki Pinomaa, Presidente di Inclusion Europe, gruppo che ha sede proprio a Bruxelles e che lotta per i diritti dei disabili, ha affermato che “ciò che è accaduto in Spagna fa capire quanto il Comitato sui diritti delle persone con disabilità sia un potente strumento per difendere i diritti delle persone con disabilità intellettive. Negare il diritto al voto alle persone disabili significa violare la Convenzione ratificata da tutti i Paesi membri dell’UE. Per fortuna, sempre in più Nazioni la sensibilizzazione sta facendo sì che queste persone possano votare sotto tutela, come in Francia e in Germania. Il prossimo e decisivo passo sarà quello di creare mezzi per rendere accessibile la partecipazione alla elezione, magari tramite l’utilizzo di un linguaggio comprensibile”.

Recentemente, anche il CESE (Comitato economico e sociale europeo) ha sostenuto il diritto al voto delle persone disabili in una recente relazione, intitolata “I diritti reali delle persone con disabilità di votare alle elezioni europee”. In essa, viene affermato che, nonostante ci siano molti documenti giuridici vincolanti che tutelano i diritti di tali persone all’interno dell’Unione Europea, “milioni” non possono o non hanno il diritto ad esprimere il loro voto all’elezioni europee di fine maggio.

Secondo il CESE, nell’UE sono circa 800.000 i cittadini che hanno problemi di salute mentale o disabilità intellettiva e a cui sarà negato il diritto al voto in base alle norme nazionali in vigore in 16 Stati membri. In nove di essi, queste persone perdono automaticamente il diritto di voto quando viene ridotta la loro capacità giuridica o quando viene nominato un tutore.

Krzysztof Pater, membro del CESE polacco e autore del rapporto, ha dichiarato: “Quanto scritto mette in luce un aspetto poco gradevole dell’Europa, una realtà ben lontana dalle nostre aspettative, dagli atti giuridici internazionali di base e dalle dichiarazioni politiche”.

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