Europee 2019, raggiunto numero record di votanti intellettualmente disabili

elezioniDalle elezioni europee del 2014 ad oggi qualcosa è cambiato: Francia, Germania, Spagna, Danimarca, Irlanda e Slovacchia hanno completamente abolito le restrizioni al diritto al voto delle persone prive di capacità giuridica.

Secondo Jyrki Pinomaa, presidente di Inclusion Europe, l’organizzazione europea per i diritti delle persone con disabilità intellettiva, ciò è dovuto a una tendenza “in rapido aumento” negli Stati membri che conferisce il diritto di voto alle persone “sotto tutela”. Questi cambiamenti costituiscono un passo importante per riconoscere le persone con disabilità intellettive come cittadini a pieno titolo, con gli stessi diritti di tutti gli altri.

Nonostante i notevoli passi in avanti fatti, ci sono ancora circa 500.000 persone nell’Unione Europea che non possono andare a votare in questi giorni in cui ci sono le elezioni europee. Invece, le persone con disabilità intellettuale che hanno riacquistato il diritto al voto sono circa 80.000 in Germania, 65.000 in Francia, 1.900 in Danimarca e 100.000 in Spagna.

Secondo un recente rapporto, la Francia ha messo la capacità giuridica al centro delle riforme a livello nazionale, le quali sono intimamente collegate alla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD). Ratificata successivamente da tutti gli Stati membri dell’UE e dalla stessa UE, la convenzione riconosce l’equa partecipazione delle persone con disabilità alla vita politica e pubblica, incluso il diritto di voto ed essere eletti.

Secondo Inclusion Europe, una maggiore consapevolezza della discriminazione subita dalle persone con disabilità intellettiva e di patrocinio da parte delle organizzazioni per i diritti dei disabili (che hanno fatto pressione per i diritti di voto in tutti i paesi che hanno cambiato le loro leggi) ha svolto un ruolo fondamentale.

Molti di questi casi coinvolgono persone intellettualmente disabili, che hanno di fatto dettato la strada per il cambiamento. Quindi, è potenzialmente incoraggiante osservare come sempre più paesi europei hanno intrapreso la strada del rispetto e di quanto viene richiesto dalla Convenzione, ossia il diritto di queste persone a votare sotto tutela.

Queste elezioni europee sono soltanto il prologo del cambiamento. Ci sono ancora cinque Stati membri dell’Unione europea che negano ancora il diritto al voto e dieci che hanno deciso di lasciare la decisione ad una valutazione prettamente individuale attraverso un giudice o di un tutore.

L’impegno di tutti i Paesi europei è quello di garantire piena accessibilità alle elezioni, magari fornendo informazioni dettagliate sulle stesse ed in un linguaggio di facile lettura. Per concludere, le persone con disabilità intellettiva, oltre ad apprezzare enormemente il loro diritto al voto, rappresentano quel quid in più per i partiti che si sono presentati alle elezioni europee, da considerare con molta attenzione per il futuro.

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