Ddl Povertà è legge: cosa prevede e chi potrà beneficiarne

Nei giorni scorsi il Senato ha approvato in via definitiva il decreto delega “recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali”, altrimenti conosciuto come Ddl Povertà. Il governo a questo punto avrà sei mesi di tempo per attuare una serie di decreti legislativi volti ad adempiere a tre grandi obiettivi: introdurre una misura di contrasto della povertà assoluta, riordinare le prestazioni assistenziali che vengono riconosciute alle fasce più deboli della popolazione e rafforzare e coordinare gli interventi dei servizi sociali garantendo in tutta Italia i livelli essenziali delle prestazioni.

Tra le misure attese troviamo il Reddito di Inclusione che prenderà il posto del Sostegno per l’Inclusione Attiva (Sia). Questo strumento sostitutivo verrà introdotto in tutto il territorio nazionale e sarà soggetto a un intenso monitoraggio da parte di una sorta di “cabina di regia” nazionale. Il Reddito di Inclusione si compone di due elementi: per una parte è da intendersi come contributo economico, e per un’altra parte va visto come servizio alla persona.

Tuttavia questo elemento di sostegno sarà riconosciuto solo sotto stretta osservanza dei requisiti, che verranno monitorati in maniera costante proprio per evitare lo spettro dell’abuso; inoltre l’accesso a questo Reddito di Inclusione scatterà solo con l’adesione da parte del capofamiglia a un progetto di inclusione sociale e lavorativa predisposto dall’ente locale, in maniera tale che questo strumento possa venir visto non come un qualcosa di assistenzialistico, ma come una forma di “aiuto attivo” (si tratta insomma di uno strumento per l’inclusione attiva, un po’ come lo è del resto il nuovo assegno di ricollocamento introdotto dal governo alcuni giorni fa).

I beneficiari del Reddito di Inclusione, quindi, dovranno partecipare alle opportunità di formazione e inclusione sociale e lavorativa nel loro territorio, ma dovranno anche avere un atteggiamento responsabile nei confronti della loro stessa famiglia, come accompagnare i figli a scuola, sottoporli alle vaccinazioni e accettare le proposte di lavoro. Inoltre, la misura prevede che i beneficiari abbiano anche un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. Il governo potrebbe comunque estendere la misura anche ad altri soggetti, come nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato interessante e disoccupati over 55.

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